E' morto il professor Angelo Levis, l'uomo che osò sfidare l'industria della telefonia
E' mancato all'età di 87 anni il professor Angelo Levis, veneziano di nascita ma padovano di adozione. Divenne celebre il contributo che diede per una sentenza del Tribunale di Ivrea in cui con un suo studio dimostrava il nesso di causalità fra l’uso dei telefoni cellulari e l’insorgere di tumori
E' mancato all'età di 87 anni il professor Angelo Levis, veneziano di nascita ma padovano di adozione. Si era infatti laureato in Scienze biologiche nel 1961 proprio a Padova dove ha vissuto gran parte della sua vita. Divenne celebre il contributo che diede per una sentenza del Tribunale di Ivrea in cui con un suo studio dimostrava il nesso di causalità fra l’uso dei telefoni cellulari e l’insorgere di tumori. Una sentenza che ha fatto storia e condizionato altre sentenze su casi simili.
Ultimamente il professore era stato ricoverato in ospedale la notte tra l'11 e il 12 novembre e soffriva di alcuni acciacchi dati anche dall'avanzamento dell'età. Situazione andata via via peggiorando fino ad arrivare ad oggi, 6 dicembre, con il decesso. La data del funerale sarà presto resa nota, il docente era molto conosciuto e stimato.
E' la battaglia su salute e nuove tecnologie quello che lo ha fatto conoscere nel mondo e ancora oggi i suoi studi sono preziosi per chi vuole lavorare in quel campo. Levis, dopo aver effettuato negli anni ’80, le prime perizie in Italia sui rischi sanitari correlati alla esposizione residenziale ad elettrodotti, dal pensionamento ('97) si dedica allo studio ed alla divulgazione degli effetti dei campi elettromagnetici non ionizzanti (CEM) e, nel '02, ha partecipato alla fondazione dell’International Commission for the Electro-Magnetic Safety (ICEMS).
Nel Novembre 2009 il Tribunale d’Appello di Brescia – Sezione Lavoro – sulla base di una sua perizia epidemiologica e di quella dell’Oncologo che aveva seguito il caso in questione, ha riconosciuto per la prima volta nel mondo la relazione causale tra uso di telefoni mobili e un tumore al nervo trigemino in un funzionario d’azienda, condannando l’INAIL a risarcire il danno subito, rappresentato da una invalidità permanente dell’80%. Nell’ottobre 2012 la Corte di Cassazione civile ha confermato la sentenza d’Appello. Attualmente è impegnato ad assistere altri casi di malati di tumore da esposizioni professionali a CEM nelle cause che questi hanno intrapreso.