Era stato preannunciato, le imprese di TLC ci avrebbero riprovato e, puntualmente, l’occasione è arrivata. Nel Decreto Concorrenza, in discussione al Senato, sono stati presentati una serie di emendamenti, che, nell’ottica di semplificare ulteriormente le procedure di autorizzazione e installazione degli impianti di telefonia mobile, smantellano il ruolo dei Comuni su territori, paesaggio e il sistema di tutele a difesa della salute contro l’inquinamento elettromagnetico, annullando ogni prerogativa e competenza dei Comuni sulla regolamentazione e pianificazione.
Promotori di questa autentica nefandezza sono alcuni senatori del PD, IV e Lega, a cui va imputata la responsabilità delle seguenti proposte:
· Innalzamento dei limiti elettromagnetici, fino al valore di 61 V/m;
· Soppressione della competenza, attribuita ai comuni, di minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici;
· Cancellazione del concetto di siti sensibili;
· Abrogazione del titolo sul vincolo paesaggistico, nell’iter autorizzativo di un impianto di telefonia mobile;
· Abrogazione della autorizzazione sismica tra i documenti propedeutici;
· Abolizione del certificato di collaudo dell’impianto di telefonia mobile;
· Procedura di esproprio estesa agli impianti già esistenti su proprietà privata;
· Divieto di imposizione di oneri o canoni aggiuntivi: zero costi per usufruire di un bene pubblico sottratto alla collettività;
· Disapplicazione della disciplina edilizia e urbanistica alle infrastrutture di comunicazione elettronica.
Tutto questo basta per definire la scellerata iniziativa emendativa al DDL 2469, un chiaro tentativo di deregolamentare definitivamente il settore delle infrastrutture di comunicazione elettronica, attraverso il depotenziamento dei poteri urbanistici degli enti locali e la cancellazione dei limiti elettromagnetici.
E ciò dopo aver fissato, già dal luglio scorso, il tetto massimo di 800 euro/anno per l’occupazione di aree comunali.
Un’impresa, quella suggerita dalle TLC, che se dovesse andare in porto, cambierà per sempre lo scenario prudenziale a cui si è finora affidato il nostro Paese, sia sotto il profilo della tutela della salute, che del controllo del territorio, con impatti significativi anche sul nostro paesaggio.
Un’impresa che va assolutamente sventata. Ci appelliamo, al riguardo, alle istituzioni, alle associazioni, ai cittadini tutti, affinché facciano pervenire alla Commissione Industria del Senato le richieste perentorie di cancellare gli sciagurati emendamenti. Ci appelliamo altresì affinché vengano sostenuti gli emendamenti Romagnoli (20.0.1) e Papatheu (12.0.10 e 12.0.11), che rafforzano il ruolo propositivo dei Comuni, promuovendo uno sviluppo efficace e al tempo stesso sostenibile.
Giuseppe Teodoro – Vice presidente di Ecoland www.ecolanditaly.it
Consulente delle amministrazioni comunali per le politiche di gestione territoriale delle infrastrutture di comunicazione elettronica