Dopo aver annunciato a più riprese nei mesi scorsi “l’adeguamento” dei limiti elettromagnetici, il Governo Meloni, nel maldestro tentativo di far passare sotto silenzio provvedimenti scomodi, complice la distrazione degli italiani in fila per le vacanze, ha sfruttato l’ultima chance, nella manovra che anticipa le ferie estive, per piazzare all’interno di un decreto omnibus, l’ennesimo assist per antennari e inquinatori seriali.
Un tentativo miseramente naufragato, non solo per le pressioni, intelligentemente esercitate dall’opinione pubblica, con associazioni, comitati e cittadini di ogni estrazione sul piede di guerra, a segnalare l’inopportunità del provvedimento, quanto per la scarsa credibilità e simpatia che questa misura esercita nei confronti dello stesso Governo.
Si è voluto far intendere a tutti i costi che la volontà di “adeguare” – termine spesso sostituito con “armonizzare”, “allineare”, “uniformare”, “rimodulare” (leggi= innalzare !) – i limiti elettromagnetici, per ridurre il gap tra i valori suggeriti dall’ICNIRP (61 V/m), adottati da alcuni paesi europei, e quelli italiani, più cautelativi (6 V/m), impedisse de facto di implementare le nuove reti di comunicazione mobile, relegando il nostro Paese ad un inesorabile digital divide.
Nulla di più falso! Le vere ragioni a supporto della scelta di allentare i vincoli elettromagnetici son altre: il timore delle compagnie telefoniche di dover sborsare oltre 4 miliardi di euro per adattare (reingegnerizzare) le infrastrutture esistenti alle nuove tecnologie (leggi 5G). Si, perché anche la bugia che il riadattamento degli impianti preesistenti fosse tecnicamente impossibile è stata smascherata dalle stesse agenzie regionali (ARPA), i cui tecnici hanno obiettivamente dimostrato il contrario.
Per cui, aumentare i limiti elettromagnetici avrebbe garantito agli operatori delle Telco forti risparmi economici ed aperto la strada alla sostituzione dell’attuale “parco antenne”, ospitato nel territorio italiano, con altrettante infrastrutture, travestite da veri e propri “poli elettromagnetici”, con potenze elevate ai nuovi vincoli, nonché impianti, oggi abusivi per gli sforamenti registrati, domani improvvisamente legalizzati.
Un vero e proprio affare per le Telco, una vera e propria beffa per la salute degli italiani!
Inoltre, due elementi devono indurre a riflettere sulla gravità di una decisione che peserebbe come un macigno sul Governo in carica:
- La presenza, nel nostro ordinamento, di una norma che media sulle 24 ore, anziché su 6 minuti (come avviene in tutta Europa), le misure di campo elettromagnetico (DL 179/2012). Questa modalità, di per sé già rappresenta un consolidato aumento del fondo elettromagnetico, tutto a scapito della popolazione irradiata. In caso di innalzamento dei limiti, tale condizione contribuirebbe a peggiorare ulteriormente il quadro complessivo dei vincoli, relegando il nostro Paese tra i peggiori con indici di tollerabilità elettromagnetica. Una valida risposta in tal senso è l’Appello lanciato da oltre 50 scienziati indipendenti, diretto a sostenere il ritorno a misure di intervallo di 6 minuti.
- Il fenomeno della falsa saturazione degli spazi elettromagnetici. Con questo stratagemma gli operatori, che si sono per primi accaparrati gli impianti ove ospitare le antenne, dichiarano valori di potenza dell’impianto più elevati rispetto a quello effettivo, al fine di evitare che altri competitor possano condividere la stessa infrastruttura. La consolidata prassi di accaparramento della capacità trasmissiva si prospetta come un comportamento anticoncorrenziale, puntualmente censurato dall’Antitrust (AS 1828/2022).
Infine, l’aspetto tragicomico di questa surreale vicenda, che deve aver suggerito al Governo in carica di accantonare la norma, è ancora un altro: quale valore assegnare al preteso “adeguamento” dei limiti? Nella bozza del decreto si parlava di 30 V/m, suscettibile di riduzione a 24 V/m, in caso di mancata intesa. La spiegazione scientifica a cui ancorare questi valori, è un mistero buffo tutto da decifrare!
Il Governo, evidentemente gioca alla roulette elettromagnetica!
Giuseppe Teodoro – Vice presidente di Ecoland – www.ecolanditaly.it
Consulente delle amministrazioni comunali per le politiche di gestione territoriale delle infrastrutture di comunicazione elettronica