NUOVO DECRETO PNRR LICENZIATO DAL GOVERNO: PREVISTI ULTERIORI SEMPLIFICAZIONI PER TORRI E TRALICCI. ADDIO VINCOLI URBANISTICI, PAESAGGISTICI E SISMICI? APPELLO PER SOSTENERE COMUNI ED ENTI LOCALI

Nel nuovo decreto legge sul PNRR, appena licenziato dal Consiglio dei Ministri[1], sbalordisce l’ossessiva, martellante, ripetitiva cadenza con cui il Governo intende attuare alcune “misure in materia di infrastrutture digitali…”.

Fra le pieghe dell’attuale nuovo testo (art. 19), infatti, si scorgono alcuni interventi mirati a indebolire la potestà di governo del territorio da parte dei Comuni e al tempo stesso diretti a semplificare ulteriormente l’installazione di infrastrutture e reti di comunicazione elettronica e, fra questi, colpiscono:

  • L’abrogazione del vincolo paesaggistico per le nuove installazioni;
  • La proroga fino a 36 mesi (invece che 12 mesi) della possibilità di realizzare le torri dal momento del conseguimento del titolo, con conseguente vincolo per lo sviluppo del territorio;
  • Il vincolo per i Regolamenti comunali del rispetto della disciplina amministrativa prevista nel Codice delle Comunicazioni, più facilmente modificabile a favore delle compagnie private.

Si tratta di misure già contenute in emendamenti parlamentari di precedenti decreti: Concorrenza (AS 2469), Energia (AS 2564), attuazione PNRR (2598), Aiuti (AC 3614), Sviluppo infrastrutture (AS 2646) e scampate alla approvazione, perché giudicate inammissibili o “irricevibili”; oggi vengono riproposte – stavolta nel corpo del nuovo decreto PNRR – per essere definitivamente ratificate.

Temiamo, quindi, anche la riproposizione dei vecchi emendamenti in sede di esame in Commissione, che miravano a:

  • Abrogare la disciplina edilizia/urbanistica;
  • Innalzare i limiti di esposizione per la popolazione;
  • Abrogare per i Comuni l’applicazione del criterio della minimizzazione dell’esposizione ai campi elettromagnetici per i cittadini;
  • Abolire le relazioni sismiche.

Le misure già contenute nel nuovo DL vanno ad arricchire il già consistente quadro di semplificazioni generali che favoriscono ancora una volta la libertà di realizzare opere da parte delle Tower company e NON si indirizzano direttamente alla digitalizzazione del Paese.

Tali, ulteriori, deplorevoli semplificazioni, se dovessero essere recepite dal Parlamento, avrebbero l’effetto di svuotare le competenze urbanistiche dei Comuni, consegnando alle imprese di telefonia la tutela di territorio e paesaggio, a loro discrezione.

Uno scenario devastante, se posto a confronto con la recente ricerca effettuata da I-Com, Istituto Italiano per la Competitività, da cui emerge che, nonostante gli interventi normativi approvati nel solco della semplificazione, “non si rilevano, al momento, vantaggi in termini di riduzione delle tempistiche per il rilascio delle autorizzazioni” agli impianti di telefonia mobile[2].

E’ un chiarissimo messaggio, quello lanciato da I-Com, che tuttavia sembra non essere stato ancora recepito dal legislatore: il governo, infatti, persegue, imperterrito, sulla strada dell’accanimento nei confronti di Comuni ed enti locali, sottraendo competenze di gestione del territorio e non risolvendo la criticità della tempistica realizzativa.

E viene perpetuato il colpevole equivoco di non inquadrare la questione per quella che è in realtà: maggiori margini operativi e risparmi economici per le società che realizzano le infrastrutture!

Ben altre sono le strade da seguire per garantire efficienza ed efficacia sul tema della transizione digitale. E ce le indicano, non solo le numerose pronunce del giudice amministrativo d’appello, attraverso cui si evoca un “equo contemperamento tra gli interessi in gioco” (Sent. CdS 1050-2976-5283/2022), ma la stessa I-Com, laddove segnala, quale elemento virtuoso, “l’interlocuzione diretta e strutturata tra il mondo delle imprese e gli Enti amministrativi”, perseguita attraverso “strumenti di cooperazione tra operatori ed enti locali”.

Non possiamo fare a meno di richiamare, ancora una volta, l’attenzione sugli strumenti virtuosi, previsti dalla legge, a disposizione degli enti locali per il raggiungimento degli obiettivi della digitalizzazione del Paese: Regolamenti e Piani di localizzazione tecnicamente validati.

Standardizzarli e renderli obbligatori significherebbe invertire l’ottica di approccio ai principi di governo del territorio, poiché determinerebbe:

  • chiarezza nell’interlocuzione/cooperazione tra imprese e istituzioni locali;
  • obiettivi garantiti e tempistica certa per gli operatori;
  • armonizzazione con il territorio e tutela del paesaggio e dello skyline;
  • minore litigiosità e ricorsi alla giustizia amministrativa;
  • applicazione dei criteri di minimizzazione del rischio elettromagnetico.

La Regione Lazio, con la recente approvazione di una norma[3] che impone ai Comuni l’applicazione di criteri cautelativi per la localizzazione di impianti di telefonia mobile, attraverso l’adozione di regolamenti, ha scelto un percorso virtuoso, nel solco delle indicazioni maturate nell’esperienza giurisprudenziale.

Avvertiamo pertanto l’urgenza di sensibilizzare i Comuni e in particolare ANCI in merito al delicato ruolo che essi rivestono, per i diversi ambiti di competenza nel tutelare sia il territorio sia gli interessi degli enti locali, affinché intervengano presso le sedi competenti del Governo per sostenere il principio che, sul tema delle infrastrutture di telecomunicazione, ai Comuni non possono e non devono in alcun modo essere sottratti poteri e competenze.

Piuttosto devono essere incentivati gli strumenti propositivi e funzionali agli obiettivi.

Dott. Giuseppe Teodoro – Vice presidente di Ecoland – www.ecolanditaly.it

Consulente delle amministrazioni comunali per le politiche di gestione territoriale delle infrastrutture di comunicazione elettronica

Dott. Alfio Turco

Ceo Polab srl – www.polab.it  – turco@polab.it

[1] https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-21/21834

[2] https://www.i-com.it/2022/03/30/semplificando-si-innova-e-si-cresce-limpatto-dei-decreti-e-gli-scenari-futuri-per-le-tlc/

[3] https://www.consiglio.regione.lazio.it/consiglio-regionale/?vw=leggiregionalidettaglio&id=9449&sv=vigente

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