A sostenerlo è una recentissima ricerca effettuata da I-Com[1], Istituto Italiano per la Competitività, da cui emerge a chiare note che “non si rilevano, al momento, vantaggi in termini di riduzione delle tempistiche per il rilascio delle autorizzazioni” agli impianti di telefonia mobile e che, nonostante gli interventi normativi approvati rappresentino enormi potenzialità, sussistono attualmente forti criticità nel garantire “l’osservanza e la corretta implementazione a livello locale della disciplina nazionale”.
Lo studio evidenzia come, in molti casi, le scelte di semplificazione normativa adottate abbiano prodotto addirittura un rallentamento delle procedure, con ben 4 innovazioni, su 6 introdotte, che determinano rilevanti criticità.
L’analisi descrive, in sostanza, il fallimento degli interventi normativi effettuati negli ultimi anni con l’intento di armonizzare la disciplina e “addomesticarla” alle esigenze della Industry TLC .
E’ un chiarissimo messaggio, quello lanciato da I-Com, che tuttavia sembra non essere stato ancora recepito dal legislatore. Infatti, il disegno di legge sulla Concorrenza (AS 2469), attualmente in discussione al Senato, è oggetto di numerosi emendamenti, alcuni dei quali avranno l’effetto di svuotare le competenze dei comuni sulle procedure autorizzative degli impianti radioelettrici, depotenziando le funzioni di pianificazione delle reti tlc in applicazione dei criteri di minimizzazione del rischio elettromagnetico e consegnando alle imprese di telefonia la scelta di tutelare il territorio e il paesaggio a propria discrezione.
Un colpo di spugna inaudito, con cui verrebbero cancellati per sempre i principi prudenziali e cautelativi a cui si è ispirato il nostro Paese sin dalla legge quadro del 2001.
Da qui il senso degli appelli[1] recapitati da più parti ai componenti la Commissione Industria del Senato[2], affinché si rinunci ad approvare le sciagurate proposte emendative.
Ben altra è la strada segnalata dallo studio di I-Com, praticamente opposta a quella intrapresa dal legislatore con i decreti Semplificazioni, ovvero l’opportunità di avviare “un’interlocuzione diretta e strutturata tra il mondo delle imprese e gli Enti amministrativi” rispetto al tema della pianificazione dello sviluppo infrastrutturale.
In tal senso assume rilevanza strategica l’intento di mettere in atto “strumenti di cooperazione tra operatori ed enti locali”, piuttosto che insistere con sistematiche azioni correttive, mirate unicamente a “punire” il ruolo attribuito ai comuni, in quanto detentori del potere/dovere di autorizzare la localizzazione degli impianti nel proprio territorio.
Non possiamo fare a meno di richiamare, ancora una volta, l’attenzione sugli strumenti virtuosi a disposizione degli enti locali per gestire il deprecabile fenomeno di “antenna selvaggia”: Regolamento e Piano di localizzazione.
Renderli obbligatori significherebbe invertire l’ottica di approccio al governo del territorio:
· necessaria interlocuzione/cooperazione tra imprese e istituzioni locali;
· maggiore controllo del territorio in termini di tutela del paesaggio e dello skyline;
· minore litigiosità e ricorsi alla giustizia amministrativa;
· applicazione dei criteri di minimizzazione del rischio elettromagnetico.
[1] https://www.i-com.it/2022/03/30/semplificando-si-innova-e-si-cresce-limpatto-dei-decreti-e-gli-scenari-futuri-per-le-tlc/
Giuseppe Teodoro – gteo61@gmail.com
Vice presidente di Ecoland – www.ecolanditaly.it
Consulente delle amministrazioni comunali per le politiche di gestione territoriale delle infrastrutture di comunicazione elettronica