Il 14 maggio 2015, 6 anni fa come oggi, l’Assemblea capitolina approvava quasi all’unanimità il Regolamento per la localizzazione degli impianti di telefonia mobile, cioè lo strumento normativo per gestire e riportare sotto controllo, attraverso la pianificazione, il deprecabile fenomeno di “antenna selvaggia”.
Votarono a favore tutti i gruppi di maggioranza e opposizione, compreso il M5S che, di lì ad un anno, avrebbe conquistato il governo della città.
Ebbene, dopo 6 lunghi anni, contrassegnati da una imbarazzante inerzia del governo capitolino in carica, Roma rivela tutta la sua debolezza strutturale ed organizzativa su questo fronte, laddove il Piano di localizzazione non è mai stato redatto e, di conseguenza, il regolamento è rimasto un contenitore vuoto, incompleto e, sostanzialmente, disapplicato.
Questa debolezza si è manifestata in tutta la sua dimensione drammatica quando il Consiglio di Stato, nel gennaio scorso, ha ulteriormente affievolito la capacità regolatoria dello strumento normativo, amputando il Regolamento di una sua parte rilevante, quella dedicata alla tutela dei siti sensibili, attraverso l’indicazione di una specifica distanza di sicurezza.
Tale vincolo, pari a 100 metri, è stato interpretato dal giudice d’appello non già come criterio localizzativo per minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, bensì come limite generalizzato, ostacolo alla realizzazione delle reti di telefonia mobile e, per questo, censurato.
Un duro colpo, che non solo rischia di appellare Roma come la più grande “discarica elettromagnetica europea”, ma apre un ulteriore fronte di conflitto sociale, quello delle sorgenti di inquinamento elettromagnetico ubicate in prossimità di scuole, ospedali, case di cura e di riposo, aree verdi.
Sotto questo profilo, l’attuale Giunta si è assunta una responsabilità pesantissima, che non trova alcuna giustificazione, se non nella manifesta incapacità di chi ha governato la città in questi anni, i cui effetti devastanti sulla salvaguardia del territorio e la salute dei cittadini saranno difficili da quantificare.
Auspichiamo, pertanto, che l’ultimo scorcio di consiliatura possa essere accompagnato dal sussulto delle coscienze da parte degli amministratori, con l’inserimento di questo delicato e sentito tema nell’agenda delle priorità di governo capitolino.
Giuseppe Teodoro – Vice Presidente di Ecoland
Consulente delle amministrazioni comunali per le politiche di gestione territoriale delle infrastrutture di comunicazione elettronica